Morte di uno scrittore

19 febbraio 2013 § Lascia un commento

Il silenzio era ciò che lo circondava, un silenzio diverso. I suoi silenzi erano stati sempre, da sempre, popolati da voci, canti, racconti. Ora per la prima volta tutto taceva. Il suo romanzo, l’unico, era finalmente finito. Per anni aveva consumato tutto se stesso per la sua creatura, ogni anno della sua vita da che lui potesse ricordarsene. Aveva riletto e riletto, editato, corretto più volte. La forma ora era perfetta, ma il contenuto era già perfetto dalla prima parola. Il manoscritto giaceva impilato sullo scrittoio, monoblocco, non una pagina fuori linea, un monolite bianco sulla sua scrivania. Aveva anche redatto una nota al testo, in un’altra pila, minore per dimensione. Quella notte non aveva chiuso occhio e, alle sei di mattina, il suo cuore batteva ancora a 140 battiti. In quel romanzo c’era tutto se stesso, tutto!
Prese la busta e la spedì.
Sei mesi dopo la risposta, gentile autore siamo lieti di comunicarle che il suo romanzo è stato ritenuto idoneo per la pubblicazione.
Tre mesi dopo gli veniva restituita la bozza definitiva.
Opera importante la avevano definita e le avevano trovato l’editor più preparato di tutto il panorama librario.
Prese il romanzo. Il titolo era cambiato, ok, ma lui non aveva mai pensato a quel titolo come definitivo. Ci aveva schiaffato il titolo solo per presentarlo agli editori.
L’introduzione era scritta da un grandissimo critico che, lui se ne fece persuaso immediatamente, non aveva mai letto una sua pagina. Ma funzionava ed era pubblicitariamente perfetto.
Così come il primo capitolo, esempio magistrale di come catturare l’attenzione dell’astante. Solo che lui di quelle prime dodici pagine, non ricordava di averne scritta neanche una, ma era anziano e spesso ci si confonde fra ciò che andava fatto e ciò che Giuseppe avrebbe voluto.
Il finale poi lo hanno aggiunto di sana pianta, tre pagine inutili a togliere tutta la sospensione che gli si era imposta sin dall’inizio. Ora alla fine del suo romanzo autobiografico, Giuseppe Santoni, muore. Il richiamo pubblicitario fu subito altissimo, 30.000 copie vendute in sole due settimane, 3 ristampe in sei mesi. Ora Giuseppe si fa chiamare Jose, ha aperto un bar su una spiaggia della Costa Rica e non scrive più. Mentre su youtube sta per mettere un brano del Requiem di Mozart, prima che la musica inizi, il trailer del film sulla sua vita mostra il suo corpo riverso sull’asfalto.

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