Le scarpe belle della cerimonia

30 settembre 2012 § 2 commenti

Dai nostri pugni chiusi
Scivolano parole ferite
Non degne di noi
E fanno male come schegge
Di quel che scolpimmo
A mani nude
Per scoprirci l’anima
E con l’anima nuda
Fa freddo di rabbia
Se non ci si ricorda più
Come si fa ad abbracciarsi
E il gesto dell’abbraccio furioso
Si trasforma in pugni al petto
Se in mezzo c’è il vuoto
Mea culpa meschina
Che a sorpresa ti fotte
Chi troppo ha avuto
Niente più stringe

Anche i proverbi si sconvolgono

E il grido lacera
Lo spazio assente
Che lo spazio è la distanza tra due punti
O il tempo che occorre per passare
Da uno all’altro
Per raggiungersi
Senza congiungersi
Che sennò il punto torna uno
E lo spazio si annulla
E soffoca
Come le scarpe belle
Della cerimonia
Troppo belle
Per accorgersi che fanno male
Ma a festa finita
Quando ci si spoglia
I piedi sanguinano
E non vogliono più andare.

Andare dove poi
Se non c’è nulla da percorrere
O da raggiungere

L’infinito
Per chi è finito
Non esiste
C’è solo la strada
Fintanto che va

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